Il fascino del male

Cari lettori del diario…

Halloween é alle porte! Quindi, chi ama festeggiarlo, non può fare a meno di andare a caccia del costume più spaventoso, sexy o iconico. In tal proposito ho letto un appello nel quale si chiede alla popolazione americana di non travestirsi da “Jeffrey Dahmer” noto anche come: “il cannibale di Millwake” per rispetto ai familiari delle vittime. Dahmer, per chi non lo sapesse, é risalito agli onori delle cronache grazie alla docuserie di successo prodotta da Ryan Murphy. Devo premettere che io ho guardato la suddetta serie e devo ammettere che i fatti sono stati ricostruiti meticolosamente ma evitando di mostrare scene che potrebbero ledere la sensibilità altrui.

Lo stesso Ryan Murphy, in un’intervista, ha dichiarato che la serie non sarebbe stata girata se avesse potuto recare offesa alle famiglie delle vittime ma soprattutto, ci teneva, che il pubblico non empatizzazze con Dahmer. Per tale ragione ha cercato di non creare i presupposti perché ciò potesse accadere. Ha narrato i fatti per come si sono svolti narrando anche la vita del mostro.

Nonostante le cure del regista, molte persone hanno visto in Dahmer un personaggio “affascinante”, non solo per la magistrale interpretazione di Evan Peters, bensì per le atrocità che il cannibale ha commesso.

Ora io mi chiedo: perché il male ci affascina a tal punto da voler vestire i panni di un serial killer? Molti di noi sono semplicemente incuriositi e sgomenti da tali atrocità ma altri, meno propensi all’empatia verso le vittime, si possono pericolosamente trasformare in emulatori. La cronaca nera, purtroppo, ci ha abituati anche a questo.

Recentemente, per scrivere il mio quarto libro in uscita, mi sono documentata tantissimo sui serial killer, sulla loro psicologia, sulle loro storie e i loro crimini ma vi confesso, che seppure sono riusciti a stuzzicare in me una curiosità piuttosto morbosa, d’altro canto ho riflettuto molto sul dolore che i sopravvissuti o le loro famiglie devo aver provato. Penso che perdere un proprio caro per mano di un individuo, per altro sadico, sia un dolore inenarrabile, lancinante e che mai avrà fine. Sembra impossibile potersene fare una ragione. Nemmeno con il criminale dietro le sbarre a vita o ucciso dalla pena di morte queste persone possono trovare consolazione per la disgrazia che le ha colpite.

No, cari lettori del diario, non scegliamo i serial killer come costumi di Halloween ma torniamo ai fantasmi o ai vampiri che, seppur crudeli e spaventosi anch’essi, hanno potuto nuocere unicamente nei film o nei romanzi.

P.s: se vi piacciono le storie di fantasmi non posso fare a meno di consigliarvi il mio libro (disponibile anche in ebook): Ultimi Messaggi.

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3 commenti su “Il fascino del male

    1. Ciao. Avevo la necessità di trattare temi sociali per me molto importanti quindi, ho attinto alla alla mia visione “alternativa”della morte poiché la vedo, non come una fine ma come un proseguo delle nostre esistenze con una diversa forma evolutiva. Motivo per il quale ho sfruttato la saggezza de morti che vivono nel cimitero della mia immaginazione per trattare queste tematiche. Sono storie tutte diverse che spaziano dal senzatetto, alla madre di figli incompresi, fino all’omosessualità vissuta durante gli anni difficili dell’AIDS.

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