Anche se non mi vedi io esisto

Caro diario, anzi no! Cari lettori del diario. Così va meglio non trovate?Entriamo subito in confidenza per parlare di una tematica spinosa.

elena piccardo – Sterilis

Mi chiamo Elena Piccardo e sono tante cose: una scrittrice, una coltivatrice di piante, una moglie e una donna sterilizzata dalla vita. Per questo motivo apro la mia rubrica con il “botto” per parlarvi di una tematica troppe volte ignorata, che purtroppo, colpisce molti di noi: le malattie invisibili.

Il mio percorso con le difficoltà fisiche é iniziato quando ero poco più che una bambina, per cui avendone passate molte, posso comprendere tutte le sfumature psicologiche che si vivono affrontando certi percorsi. Potrei parlarvi (e lo farò) della mia sterilità e dei “problemini” ad essi legati. Ma non é questo il giorno (scusate la citazione tolkieniana). Oggi vi parlerò più genericamente delle malattie invisibili che siano esse fisiche o mentali. Oggi darò voce al nostro disagio e mi farò ambasciatrice per voi del fardello di informare chi per sua fortuna non ne soffre e spesso, con poca empatia, tende a calpestare o a sminuire la sofferenza altrui.

Quante volte, davanti al vostro malessere, vi siete sentiti dire:” Non fare storie che non é niente”. “Ma sei sempre stanca!” ” Sarà sicuramente un attacco di panico!” “Però ti lamenti sempre!”

Dunque il repertorio di frasi indelicate che spesso ci vengono rivolte sono molte e quelle citate sono solo alcuni esempi.

Purtroppo se una persona è affetta da patologie come la depressione, l’endometriosi, la tiroide di hashimoto, disfunzioni ormonali e molte altre invisibili minacce, spesso, proprio perché celate all’occhio umano, vengono considerate dal prossimo come inesistenti. E come tali vengono trattate. Se ti rompi una gamba o hai una ferita evidente, contrariamente, nessuno e ripeto nessuno, ti rivolge domande scomode anzi, se ne guarda bene dal farlo e se può ti aiuta (come é giusto che sia).

Invece tu, povera malcapitata, che passi i mesi a lottare contro ogni tipo di sintomo invalidante, contro ogni “acciacco” diabolico che ti rende insicura persino di uscire da casa, che resisti a dolori atroci e che ti porti il peso del disagio…vieni calpestata dai soliti elefanti emotivi ed accusata di inventarti le cose.

Io mi chiedevo, che fine ha fatto l’empatia? Possibile che le persone diventino comprensive e sensibili solo quando si trovano in difficoltà o quando capitano tristemente in un ospedale?

Forse mi sbaglierò inseguendo il sogno di un mondo più empatico ma non sarebbe più appropriato, davanti a un individuo che lamenta un disagio, porgere un orecchio piuttosto che elargire opinioni o sentenze non richieste? É così impegnativo comprendere che se una persona esteriormente può sembrare sana, all’interno del suo corpo, potrebbe non essere lo stesso? Vi invito a riflettere su questo pensiero. Perché se per voi frasi come: “è solo nella tua testa” o ” non hai niente cosa vuoi che sia!” Sono semplici espressioni, parole prive di una reale importanza, parole proferite più per non sentire i lamenti piuttosto che per consolare, per chi soffre di una malattia invisibile, non è altrettanto. Bensì pesano come macigni, scalfiscono il cuore e portano altro dolore, amplificando a dismisura, il grande senso di inadeguatezza che esse provano.

Nessun portatore di malattie invisibili è felice della sua condizione e, se si potesse, se ne sbarazzerebbe molto felicemente. Nessuno vuole sentirsi un peso, una zavorra e nessuno vuole rimanere indietro rispetto agli altri ma tal volta é difficile e, per quanto non ci piaccia, a volte può capitare di sentirsi così.

Ciò che mi sento di dire a tutte le persone affette da malattie invisibili è di non fare un errore che anche io ho commesso qualche volta: non pensate mai di essere sbagliate. Non dite che questa condizione é colpa vostra perché non é così. Purtroppo queste patologie non dipendono dalla vostra volontà. Vi sono capitate e come può capitare un evento qualsiasi del destino, dovete affrontarlo e combatterlo cercando di non perdere mai il vostro bellissimo sorriso. Nessuno deve rubarvi la vostra felicità, neppure il nostro corpo indisciplinato e autodistruttivo.

Ricordate che ogniuno di voi é unico, importante e speciale.

Sappiate che non siete soli ma ci sono molti altri come voi con cui condividere le vostre esperienze. Parlate di queste problematiche e diffondete le vostre vite come se fossero la chiave per trasmettere l’empatia e il rispetto che meritiamo. Non cerchiamo pietà ma comprensione. Uniti possiamo rendere migliore questa società che verte tristemente verso l’egoismo. Io credo in questo pensiero e voi?

Spero che queste righe possano portare conforto a chi si é sentito senza voce, solo o denigrato. Spero che tu che leggi queste righe, da domani, peserai con minuzia le tue parole stando attento alla sensibilità della persona che ti troverei di fronte.

Se volete altre spinte emotive e motivazionali potete leggere le mie disavventure in chiave ironica in Sterilis di cui più sotto vi allego il link

2 commenti su “Anche se non mi vedi io esisto

  1. Il tema delle malattie invisibili, è troppo spesso sottovalutato! Purtroppo una alta percentuale della popolazione mondiale ne soffre! Ci vorrebbe una consapevolezza maggiore in primis dagli organi preposti al riconoscimento delle malattie!

    1. Ciao Lucia, purtroppo hai ragione, la giusta consapevolezza su questo tipo di problematiche non è ancora diffusa e non se ne parla mai abbastanza. Speriamo che presto si facciano delle campagne informative che partano, come dici tu, proprio dagli organi preposti

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